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Ti è mai successo di non riuscire più a suonare perché l'aria usciva anche dal naso?

  • Immagine del redattore: fabiourr
    fabiourr
  • 19 apr 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 29 apr 2020

Ti è mai capitato suonando il clarinetto (o un altro strumento a fiato) di non riuscire più ad emettere normalmente i suoni perché l’aria usciva contemporaneamente dal naso e dalla bocca e di non poter fare nulla per evitarlo? E magari è successo proprio durante un concerto o un'esibizione a cui tenevi particolarmente.


Il nome medico di questo problema è Insufficienza Velofaringea o Velopharyngeal Insuffciency (VPI). In condizioni normali il palato molle (o velo, tratto terminale del palato detto molle perché a differenza del palato duro non è supportato da un osso) svolge la funzione di valvola per separare i flussi d'aria provenienti/emessi dal naso e dalla bocca. Un’insufficienza di questa struttura provoca in particolari situazioni una occlusione non perfetta e la perdita di aria da entrambi i canali, naso e bocca.

Figura 1. Posizione del palato molle (soft palate) all'interno della bocca.

Figura 2. A sinistra, condizione di occlusione non completa; a destra condizione normale di occlusione completa.

Molto probabilmente almeno una volta ti è successo (si stima 1 su 3), magari non in un concerto e magari il problema non si è mai più ripresentato. Ma per alcuni può diventare una condizione cronica e invalidante a tal punto da non poter più continuare a suonare il proprio strumento.


Si trovano poche informazioni in rete, per lo più in lingua inglese, e molti, non sapendo esattamente di cosa si tratti, tendono a trascurarlo o ad imputarlo superficialmente alla momentanea stanchezza.


Ho conosciuto diversi musicisti (clarinettisti e non) che hanno avuto questo problema; io stesso ne ho avuto esperienza in passato e, insegnando da qualche anno nelle scuole, mi imbatto quotidianamente nei problemi più insoliti tra i quali anche questo.

Di seguito provo a riassumere il risultato della mia ricerca ed esperienza.


Cause primarie


  • Difetto fisico, palato molle troppo corto per ottenere una completa occlusione durante l’espirazione tramite la bocca.

  • Infortunio, per esempio a causa della rimozione di adenoidi e tonsille.

  • Disfunzione a causa di affaticamento che si perpetua nel tempo.


Origine dell’affaticamento


  • Carenze nei fondamentali: postura, respirazione, imboccatura, ecc. (tipici difetti sono: soffiare di gola, gonfiare le guance mentre si soffia, tenere il labbro inferiore troppo ribaltato all'indentro, tenere l'arcata inferiore dei denti non allineata con quella superiore, irrigidimento eccessivo dei muscoli facciali).

  • Problemi nello strumento: perdite d’aria dai tamponi, dagli innesti, crepe nel fusto.

  • Set-up troppo resistente: utilizzo di combinazioni ancia-imboccatura sfavorevoli (es. imboccatura aperta e ancia dura).

  • Cambio recente del set-up: nuova imboccatura, passaggio ad un’ancia di forza superiore, sostituzione del salvabocchino con uno di spessore diverso.

  • Cambio recente dello strumento o del tipo di strumento, quest’ultimo soprattutto per i clarinettisti (es. clarinetto in la, clarinetto piccolo, clarinetto basso). Tagli diversi di clarinetto possono richiedere una pressione superiore oppure richiedere semplicemente un lavoro differente dei muscoli del tratto vocale.

  • Improvviso aumento del tempo di studio giornaliero: preparazione ad esami, audizioni, concorsi, concerti, corsi di perfezionamento.

  • Perdita di elasticità da parte del palato molle a causa di carenza di specifiche sostanze nutritive come vitamine (D, A, K) e sali minerali (calcio, zinco e magnesio).

  • Stress elevato complessivo: ad esempio per un’esibizione davanti ad un pubblico.


Chi colpisce prevalentemente


  • Giovani studenti (15-25 anni).

  • Chi suona molte ore al giorno consecutive.

  • Chi suona strumenti a fiato che richiedono elevati livelli di pressione d’aria (clarinetto, oboe, fagotto, ottoni) .


Soluzioni


  • Postura: è necessario prendere consapevolezza di ogni parte del corpo, testa, collo, colonna vertebrale, spalle, braccia, mani, dita, gambe e piedi. Tutto deve rimanere rilassato, senza tensioni e per quanto possibile simmetrico; da valutare sia la posizione che si assume in piedi sia seduti. Si possono individuare più facilmente i problemi posturali alternando lo studio di fronte ad uno specchio a registrazioni video frontali. L'abitudine di filmarsi mentre si studia e durante i concerti è molto utile anche per individuare cattive abitudini, movimenti ripetitivi e involontari (esempio tipico dei clarinettisti quello di alzare ripetutamente una spalla) di cui altrimenti saremmo inconsapevoli. Possono giovare esercizi per la ricerca dell’equilibrio posturale come l’utilizzo durante lo studio di “balance ball” e “balance board”.

  • Respirazione e supporto del fiato: liberare la gola da tensioni (vedi esercizio proposto da Michael Lowenstern sul suo canale YouTube), ispirare sempre con spalle rilassate permettendo l'espansione necessaria ai polmoni (alla massima espansione si deve sentire premere nella parte medio-bassa della schiena) e il supporto costante durante l'espirazione tramite il supporto dei muscoli addominali; definire i respiri nella musica (sullo spartito o nella propria mente) in modo da non arrivare in affanno alla fine delle frasi musicali; infatti il problema si verifica più spesso quando l’aria sta per terminare completamente, e quindi alla fine delle frasi. Meglio un respiro in più ragionato invece che arrivare ogni volta al limite (questo è vero a prescindere dal problema del palato molle).

  • Imboccatura: ridurre le tensioni non necessarie nei muscoli facciali (labbra e zona limitrofa) tramite esercizi giornalieri di riscaldamento prima di iniziare a studiare, evitare combinazioni ancia-imboccatura troppo resistenti, preferire imboccature con angolo esterno ridotto (tipo profilo 88 Vandoren) in modo da avere la bocca più chiusa e meno affaticata, evitare i salvabocchino troppo spessi o addirittura doppi.

  • Strumento: innanzitutto assicurarsi che non ci siano difetti nello strumento tramite auto-controlli e revisioni periodiche da parte di tecnici competenti. Evitare di cambiare strumento soltanto in determinate occasioni. Un esempio tipico per i clarinettisti che utilizzano uno strumento secondario quando si suona in banda o all’aperto, magari di bassa qualità o non perfettamente registrato, con un set-up completamente diverso e a cui non sono abituati. Spesso si tende a trascurare, per esempio, anche la pratica con il clarinetto in La perché pare superfluo data la somiglianza tra i due strumenti; in realtà il clarinetto in La generalmente ha una resistenza all’emissione superiore e quindi necessità di una pressione maggiore. Di conseguenza, l’utilizzo sporadico relegato alle prove in orchestra, può essere una fonte di stress e affaticamento per il palato molle.

  • Studio: le ore di studio complessive giornaliere devono rimanere costanti e se si intende aumentarle è consigliabile farlo gradualmente, circa 10 minuti in più ogni giorno (come per un qualsiasi altro allenamento). Bisognerebbe evitare di studiare più di un’ora consecutiva ma fare pause regolari per permettere ai muscoli di recuperare dopo lo sforzo (es. 30 minuti di studio e 10 minuti di pausa). In questo modo si ottiene più velocemente un rafforzamento di tutti i muscoli coinvolti che permetterà di affrontare senza difficoltà anche uno sforzo prolungato come per esempio quello di un concerto. Non si devono fare eccezioni, nemmeno per i corsi di perfezionamento estivi, ai quali è necessario arrivare preparati fisicamente per non causare più problemi che benefici.

  • Alimentazione:Siamo ciò che mangiamo” (cit. Ludwig Feuerbach). Da una cattiva alimentazione derivano la maggior parte dei nostri problemi fisici e psichici. Non fa eccezione l’insufficienza velofaringea, infatti il palato molle è un muscolo e come tutti i muscoli ha bisogno dei giusti nutrienti per svolgere la sua funzione al meglio. Per maggiori indicazioni vi consiglio di rivolgervi al parere di un esperto. Quello che posso dire con certezza è che se la dieta non è equilibrata, regolare, ecc… verranno sicuramente a mancare dei nutrienti fondamentali (sostanzialmente vitamine e sali minerali) che potrebbero facilitare l’insorgenza del problema.


Cosa fare quando il problema si verifica durante un’esibizione?


La cosa migliore sarebbe sospendere l’esecuzione per non creare ulteriori problemi e allungare il tempo di recupero nei giorni successivi. Quindi se dovesse succedere durante lo studio, a maggior ragione è necessario fermarsi e cominciare a riflettere sulle possibili cause. Se invece la situazione sembra ancora controllabile e ci si è accorti in tempo che qualcosa sta succedendo, si può tentare di “portare a casa” il concerto con alcuni accorgimenti:


  • Accorciare le frasi musicali aumentando il numero di respiri

  • Evitare di raggiungere sonorità elevate (un fortissimo può diventare un forte) e diminuire l’intensità degli accenti

  • Sostituire l’ancia con una più leggera appena possibile (se disponibile). Vi consiglio di preparare per un concerto sempre più di un’ancia, alcune leggermente più dure e altre più leggere. Anche perché le ance tendono a comportarsi diversamente da un luogo all’altro per la differenza di temperatura, umidità o semplicemente per la resa sonora diversa a seconda dell’acustica.

  • Bere acqua e/o mangiare qualcosa, per introdurre energia per i muscoli e rilassare, tramite il movimento della deglutizione, il palato molle


 

Riferimenti


Questi sono alcuni articoli che ho utilizzato per approfondire l'argomento.








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